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Dopo la scomparsa di Ari ho sentito molto la solitudine. I
pomeriggi al computer erano improvvisamente diventati interminabili senza le
richieste di attenzione del micio. Le serate sul divano erano una tristezza per
me e mio marito. Ma non ci decidevamo a cercare un altro micio perché ci
sembrava di tradire il nostro “piccolino”. Alla fine ci siamo arresi e siamo andati a vedere qualche cucciolata.
Io mi sono innamorata di un micetto tutto grigio e così, qualche mese dopo,
eravamo di nuovo in compagnia. L’abbiamo chiamato Silver, sia per il colore che
in omaggio al personaggio del romanzo di
Jeanette Winterson, “Il custode del faro”. Ovviamente Ari rimane
nel nostro cuore ed ha un suo posto speciale in giardino, circondato da
cespugli di lavanda… così d’estate è circondato dalle apette che amava tanto
rincorrere.
Ma torniamo alla sfida… Questa volta ho cominciato subito dal libro:
ho preso in mano Night Toad di Susan
Wicks ed ho iniziato a leggerlo prima di sapere qualcosa su di lei. L’ho
letto tutto e sono rimasta un po’ perplessa. Allora ho navigato alla ricerca di
informazioni e non è emerso molto, solo qualcosa sulla sua vita. Devo dire la
verità: avevo deciso di saltare Susan Wicks. Certo, avevo letto le sue poesie,
ma non avevo proprio nulla da dire al riguardo. Finchè… non ho trovato un video
su YouTube in cui lei legge alcune delle sue poesie proprio da questa raccolta.
Ed è cambiato tutto!
Mi sono ritrovata di fronte a questa signora molto
tipicamente inglese che con pacatezza ha iniziato a leggere e allora sono
rimasta affascinata dalla musicalità della lingua e dal modo direi quasi
dimesso di leggere (non teatrale, non declamato, ma semplice, quotidiano). Ho
stoppato e mi sono procurata subito il libro per seguire meglio. Che piacere!
L’atmosfera ‘domestica’ del video rafforzava l’impressione di star leggendo
insieme le sue poesie… allo stesso tavolo… mancava solo una buona ‘cuppa’. Ogni
tanto dimentico quanto sia bella quella lingua. Finita l’esperienza, con molta
soddisfazione, sono ritornata all’inizio del video ed ho cominciato a leggere e
rileggere con lei le sue poesie… esercizio di pronuncia (ecco la prof che viene
fuori).
E allora eccomi qui a riguardare le sue poesie e cercare nuove
interpretazioni.
Per esempio "Night Toad", la poesia che dà il titolo alla raccolta, è
bellissima nella sua testimonianza di una morte improvvisa e fulminea.“Lo vedi a malapena – / Il profilo, la pelle fredda / Quasi una foglia morta, / a chiazze marroni, verde pallido, / cachi. Siede placido / gonfiando ritmicamente il respiro / proprio sul pelo dell’acqua / tra i solchi nel sentiero. // E improvvisamente è al centro / Di un cono di luce / Che cade dal cielo notturno – / Nei solchi scorre fuoco liquido, / ragnatele impresse sul fondo nero, / ogni filo d’erba tagliente chiaro / e separato – finchè il sibilo / della vita umana se ne va, / l’aria non crepita più, / il tremore si ferma / e lui può tornare / da dove era venuto. // Ma cos’era questa / Se non la morte?”
Il rapporto tra i quattro elementi nel momento della morte: la bestia terrena che si trova tra acqua, aria e fuoco e viene sconfitta nella lotta tra le vita e la morte.
Ma è bellissima anche ‘My Father’s Handkerchiefs’, con le fantasiose
metafore usate dalla Wicks per rendere il concetto che dà il titolo alla
poesia. Ecco che i fazzoletti usati si trasformano in mostri di origami,
scheletri nei quali ciascuno può immaginare la forma che vuole, un po’ come si
fa con le nuvole da bambini: farfalla, tartaruga, airone, granchio, giglio,
cigno…
SUSAN WICKS: SEMPLICITY IN POETRY
After Ari’s departure I felt real loneliness. My afternoons at the computer were suddenly endless without my cat’s attention requests. The evenings on the sofa were suddenly sad for my husband and me. But we never got round to looking for another cat because it seemed like betraying our “little one” to us. We gave up in the end and went to see some kittens. I fell in love with a grey kitten and, after a few months, we were in company again. We called him Silver, both for the colour of his fur and after the character in Jeanette Winterson’s novel “Lighthousekeeping”. Obviously Ari is in our hearts and has a special place in the garden, surrounded by lavander.. so that in summer he’s surrounded by bees, which he loved to run after.
Let’s get back to my challenge now… This time I started right from the
book: I just opened Night Toad by Susan
Wicks and started reading without knowing anything about the author. I read
it in one go and I was a little puzzled in the end. Then I surfed the net
looking for some information and I didn’t find much, just something about her
life. I must admit I was thinking of leaving Susan Wicks out of my list. Yes, I
had read her poems, but I didn’t have much to say about them. When… I found a video on YouTube
where she’s reading the poems in this collection. And I changed my mind! When
this typically British woman started reading –calmly, simply- I noticed the
musicality of her language and I was fascinated by the way she read –not in a
declamatory tone, but humbly. I immediately took the book to follow what she
was saying. What a
pleasure! The domestic atmosphere of the video strengthened the
impression of reading together… at the same table… a nice ‘cuppa’ was the only
thing missing. Every now and then I forget how much I like this language. As
soon as the video was finished, I played it again… this time reading the poem
with her… just to train my pronunciation (sorry, the teacher prevailed). And
now I’m here looking at those poems and trying to give them new meaning. Night
Toad –the title poem- is beautiful in its testimony of a sudden death.
“You can hardly see him - / his outline, his cold skin / almost a dead
leaf, / blotched brown, dull green, / khaki. He sits so quietly / pumping his
quick breath / just at the edge of water / between ruts in the path. // And
suddenly he is the centre / of a cone of light / falling from the night sky- /
ruts running with liquid fire, / cobwebs imprinted on black, / each grass-blade
clear / and separate – until the hiss / of a human life removes itself, / the
air no longer creaks, / the shaking stops / and he can crawl back / to where he
came from. // But what was this, / if
it was not death?”
The balance between elements in the exact moment of death: the earthly
beast in water, air and fire which is beaten in the fight between life and
death.
‘My Father’s Handkerchiefs’ is also beautiful, with Wick’s fanciful
metaphors trying to express the title of the poem. Used handkerchiefs take the
form of origami monsters, skeletons in which everyone can see something
different, like children watching clouds: butterfly, turtle, heron, lily, swan…
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