13 lug 2022

THE WISE WOUND: Viaggio interiore per la decostruzione della femminilità terrificante


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Penelope Shuttle ci stupisce tutti quando passa dalla poesia ad un testo come  The Wise Wound, un’accurata analisi sugli effetti del ciclo mestruale. Usciamo dalla poesia ed entriamo… dove? in un territorio inesplorato e volutamente ignorato perchè considerato un tabù. Insieme al marito, Peter Redgrove, poeta e scienziato, affronta un viaggio interiore e i significati simbolici ad esso collegati. Mito e analisi scientifica si fondono, restituendo al lettore un’interpretazione unica.

Non dimentichiamo che tradizionalmente viene elevato l’aspetto femminile relativo alla creazione, beatificato, quasi santificato, mentre l’altro aspetto della femminilità, quello appunto legato al sangue, è sempre stato demonizzato: si parla di femminilità ctonia, distruttrice. Lo stretto legame della donna con la luna è stato addirittura associato alla stregoneria.

L’inizio del viaggio è all’insegna della poesia: si apre infatti con versi tratti dal Cantico dei Cantici biblico, per poi affrontare, di petto, uno dei punti chiave del libro:

THE TWO WOMEN PRINCIPALLY IMPORTANT IN THE NEW TESTAMENT ARE MARY MAGDALENE, THE PROSTITUTE: THE WOMAN WHO HAD SEX WITHOUT HAVING A CHILD; AND MARY VIRGIN: THE WOMAN WHO HAD A CHILD WITHOUT HAVING SEX.

Lo studio della Shuttle e del marito ricollega la questione al flusso femminile, che è anch’esso duplice:

THE RIVER OF LIFE AND THE RIVER OF DEATH, MEANING THE CLEAR OR WHITE FLOW AT THE TIMES WHEN A CHILD IS MORE LIKELY TO BE CONCEIVED; AND THE FORBIDDEN RED FLOW OF MENSTRUATION, WHEN IT IS MOST UNLIKELY THAT A CHILD CAN BE CONCEIVED.

Questi sono gli aspetti che ho trovato più interessati e sui quali vorrei concentrarmi anche se la maggior parte del testo va in altre direzioni, quali l’importanza di conoscere il proprio ciclo e arrendersi ad esso anziché viverlo come una condanna o, peggio, una punizione. Come dire… un approccio tantrico e scientifico al tempo stesso.

La duplicità del femminile ci rimanda ad altri temi che ho già esplorato lavorando alla mia tesi di laurea, uno studio approfondito della Salomè di Oscar Wilde. In quell’occasione studiavo i due aspetti della femminilità: quello generatore e quello ctonio, distruttore, sui quali è stato scritto molto. In particolare ricordo che in Edwin Mullins, La strega dipinta si ritrova questa duplicità analizzata però nella pittura. Attraverso l’analisi della raffigurazione femminile nell’arte, il critico inglese ha individuato proprio queste due tendenze opposte: Madonna o strega, prostituta o vergine. Pare che per la donna non vi siano altri ruoli nell’immaginario artistico che, è bene ricordarlo, è fortemente maschile, considerando che per molto tempo la cultura e l’arte erano appannaggio esclusivamente maschile. E quello che ne risulta porta Mullins a concludere: “le manifestazioni più mascherate dell’odio maschile: le tentatrici e le meretrici, le streghe e le megere, le vergini immacolate e le peccatrici penitenti, immagini che sono proiezioni delle paure nascoste dell’uomo”. 

Si tratta di una paura inconscia, atavica… basta rivolgersi ai miti per capire quanto in realtà il mistero femminile abbia contribuito all’associazione della donna ad una bestia mostruosa (Sfinge, le Gorgoni, Circe, Medea,... sono solo alcuni esempi del potere terrificante che la caratterizza). Ma qual è questo mistero? Semplicemente non si spiega lo strano legame che la donna ha con la luna: è innegabile che tra  il ciclo lunare e quello femminile ci sia un legame (entrambi di 28 giorni) e questo legame è inspiegabile, misterioso e lega profondamente la donna alla natura. E’ un legame che esclude l’uomo totalmente. A ciò la Shuttle aggiunge ulteriori riflessioni: andando ancora più indietro nel tempo si ritrova un nesso tra forme di divinazione provenienti da figure femminili che, guarda caso, avvenivano una volta al mese, esattamente nel periodo che precede il ciclo. 

Dalla divinazione alla demonizzazione il passo è breve: particolari cambiamenti e predisposizioni sono diventati segnali di stregoneria e, successivamente, di pazzia. Penelope Shuttle si sofferma sull’abitudine di alcuni popoli in passato di rinchiudere le donne durante il ciclo, abitudine spiegata da Frazer nell’opera Il ramo d’oro e ripresa da Propp nell’analisi delle origini dei racconti di fate.

“L’immagine della fanciulla sottoposta alla reclusione nel racconto di fate, è già stata raffrontata con la segregazione delle fanciulle durante la purificazione mensile.”

Nella spiegazione della fiaba come trasposizione di antichi rituali in racconto, Propp ci fa riflettere su quanto sia frequente questa immagine della fanciulla reclusa dai lunghi capelli… (notare che non era permesso tagliarsi  i capelli durante quel periodo) cosa che conferma la paura maschile delle forze invisibili che circondano la donna, un timore che portò, appunto, a sottoporre le fanciulle a clausura per “proteggerle”… o piuttosto perchè non si riusciva a capire il potere che in quel periodo potevano avere? Se aggiungiamo che in quel periodo la donna è infeconda possiamo cogliere anche le ragioni religiose dietro questa paura: la chiesa ha sempre celebrato la donna in quanto madre e generatrice di vita, il momento in cui le ‘acque nere’ ne impediscono tale funzione viene visto con sospetto e sdegno. Shuttle si sofferma sulla serie di testi religiosi che condannavano il sangue mestruale come impuro e pericoloso.

Le manifestazioni della paura inconscia maschile sono state tante nei secoli ed alcune hanno causato vere e proprie stragi: basti pensare alla caccia alle streghe, alla quale la Shuttle dedica un intero capitolo. Ma anche, in secoli insospettabili, la reclusione per pazzia. 

In conclusione, l’unica donna amata e ammirata è sempre stata la donna sottomessa, controllata, perfino debole (basti pensare all’ideale dell’angelo del focolare ottocentesco) e, ovviamente, tutte le manifestazioni di maternità.









THE WISE WOUND: INTERIOR JOURNEY FOR THE DECONSTRUCTION OF THE TERRIFYING FEMININITY

Well… Penelope Shuttle has surprised us all when she passed from poetry to a book such as The Wise Wound, an accurate analysis of the effects of the menstrual cycle. We left poetry to enter… where? a new and unexplored territory which has always been deliberately ignored because considered a taboo. Together with her husband, Peter Redgrove, poet and scientist, she faced an inner journey and its symbolic meanings. Myth and scientific analysis combine in this book, providing the reader with a unique point of view. 

Let’s not forget that according to tradition the maternal aspect of femininity has always been beatified, almost sanctified, whereas the other aspect of femininity, the one related to blood, has always been demonized, with words like chtonic or destructive. The close connection between women and the moon has even been related to witchcraft.

The beginning of the journey is in the spirit of poetry: it opens with the lines from The Song of Songs, and then goes straight to one of the main points of the book:

THE TWO WOMEN PRINCIPALLY IMPORTANT IN THE NEW TESTAMENT ARE MARY MAGDALENE, THE PROSTITUTE: THE WOMAN WHO HAD SEX WITHOUT HAVING A CHILD; AND MARY VIRGIN: THE WOMAN WHO HAD A CHILD WITHOUT HAVING SEX.

The point is the connection of this idea with the female flow:

THE RIVER OF LIFE AND THE RIVER OF DEATH, MEANING THE CLEAR OR WHITE FLOW AT THE TIMES WHEN A CHILD IS MORE LIKELY TO BE CONCEIVED; AND THE FORBIDDEN RED FLOW OF MENSTRUATION, WHEN IT IS MOST UNLIKELY THAT A CHILD CAN BE CONCEIVED.

These aspects are in my opinion the most interesting of the book and I would like to concentrate on them in my review, even if there are also other directions in Penelope Shuttle’s journey, such as the importance of knowing one’s cycle and surrendering to it instead of living it as a punishment. You know… it’s a tantric and scientific approach at the same time.

The two contrasting sides of women lead us to other interpretations… that I studied when I was working on my dissertation, an analysis of Oscar Wilde’s Salome. At the time I studied the birth-giving and the destroying aspects of women. In particular, I can remember Edwin Mullins’ text, The Painted Witch, where this duality is analysed in paintings. 

Through the analysis of the female representation in art, the British critic identified these two contrasting images: Madonna or witch, prostitute or virgin. It seems that there are no alternative roles in the artistic imagination which -it should be remembered- is mainly masculine, as for a long time culture and art was a purely male domain. The result brings Mullins to say “manifestations of man’s hatred: the temptresses and whores, the witches and hags, the sanitised virgins and penitent sinners - images that are chimaeras of man’s buried terrors of what women might do”. 

It’s an unconscious, atavistic fear… if you analyse myths you can easily understand how much the mystery of the female body was at the base of the ideal connection between women and monsters (the Sphinx, the Gorgon, Circe, Medea… are only some examples of the terrifying power of women). But what was the mystery? It was simply the inability to explain the woman’s bond with the moon: there’s a clear link between the woman’s cycle and the lunar cycle (they both last 28 days) and that link has always been inexplicable, mysterious. There’s a deep connection between women and nature. And man is totally excluded from it. 

Penelope Shuttle goes deeper in her analysis: she goes back to a time when there was female divination (incidentally) occurring once a month, right before menstruation. 

From divination to demonization it was a short step: changings in behaviour, particular predisposition or sensibility soon became indications of witchcraft or, later, madness. The authors tell us about some traditions in ancient populations, such as confining women during menstruation, which Frazer explains in his The Golden Bough and Propp mentions in his analysis on the origin of fairy tales. “The image of the confined maiden in fairy tales has already been compared to the segregation of girls during monthly purification”. When he explains the fairy tale as a form of storytelling of ancient rituals, Propp makes us think of the frequency of the imagery of the confined maiden with long hair (in addition, women were not allowed to cut their hair during their cycle) and this proves the masculin fear of the invisible forces around women. It was that fear that caused the confinement of women in order to ‘protect’ them… or rather because men couldn’t understand the power of women before and during menstruation. If we consider that women are infertile in those days, then we can grasp the religious reasons behind that fear: the Church has always celebrated women as birth-giving beings: the period in which the ‘black waters’ stop that function is seen as suspect. Penelope Shuttle lists the religious texts condemning menstrual blood as impure and dangerous. 

The manifestations of unconscious male fear have been many during the centuries and some have caused real massacres: just think of the witch hunt (an entire chapter is dedicated to it), but also, later, the confinement of women accused of madness.

In conclusion, the only kind of woman who has always been loved and admired is the submissive, weak woman (for example the ideal of the angel of the hearth during the 19th century) and, of course, every manifestation of maternity.



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