21 nov 2011

Louisa Young: Lionboy

Read it in EnglishLouisa Young scrive anche romanzi per ragazzi e lo fa in maniera molto particolare. Infatti li elabora insieme a sua figlia: la loro collaborazione è evidenziata dallo pseudonimo Zizou Corder, che deriva dal nome della loro lucertola (Zizou, appunto).
E’ stata anche criticata per questo: si è voluto interpretare il gesto come un approfittarsi della figlia, metterla di fronte ad un mondo troppo grande per lei (case editoriali, interviste…). Io credo invece che sia molto positivo canalizzare le energie di un ragazzino o di una ragazzina verso qualcosa di costruttivo e, al tempo stesso, divertente. Come dichiara l’autrice stessa, è cominciato tutto per gioco … ed è proprio così che dovrebbe essere. I racconti della buonanotte erano un atto creativo invece che un rituale passivo e così hanno inventato assieme un mondo, i suoi personaggi e le storie che li caratterizzano. Il risultato è stata la serie di libri di Lionboy, che in Inghilterra ha spopolato… e non solo, visto che è già stato tradotto in 36 lingue. Si parla di un fenomeno alla Harry Potter e sono già stati venduti i diritti per un film (pare alla Dreamworks).
Viste le premesse, che mi hanno incuriosita, ho deciso di procurarmi una copia del primo libro della serie e di leggerlo.
Devo dire che la storia è molto bella e l’ho letta tutta d’un fiato. Non posso fare a meno però di dichiarare subito la mia contrarietà per una cosa: il finale aperto. IO ODIO I FINALI APERTI!!! E’ per me una grandissima delusione seguire una vicenda per scoprire all’ultima pagina che non si è risolto niente, che se voglio sapere come procede l’avventura devo leggere, in questo caso, ancora due libri!
Mi dispiace, per qualcuno probabilmente è una sfida piacevole, non per me. Quando si tratta di serie preferisco che un libro arrivi alla fine ed il successivo proponga un diverso genere di problemi o ostacoli da superare, un ulteriore/imprevisto sviluppo della storia o di qualche personaggio, in modo da ricominciare un percorso almeno in parte nuovo.
Ecco, ora che ho manifestato la mia contrarietà per questo aspetto… posso tranquillamente discutere della storia. Mi è piaciuta molto l’idea di ambientare parte degli eventi in un circo, un luogo che trovo meraviglioso nei romanzi e nei film ma che non tollero nella vita reale. Cerco di spiegarmi meglio, non tollero l’idea che si utilizzino gli animali per fare spettacolo e, quel che è peggio, che debbano affrontare viaggi allucinanti in condizioni disumane, sballottati in ‘scatoloni mobili’ in giro per il mondo. E’ DISUMANO, ce ne vogliamo rendere conto? E poi che gusto c’è ad andare a vedere un elefante che si alza su due zampe o un domatore che ‘tiene a bada’ delle tigri drogate? Se e quando i circhi lasceranno perdere di puntare sugli animali e impareranno a ‘riciclarsi’ creando spettacoli dove sono le persone a stupire… io tornerò a fare la fila per comprare il biglietto perché adoro l’atmosfera del circo.
Tornando al circo di Lionboy, devo dire che l’idea di questa nave-circo è veramente azzeccata: il nome, Circe, rievoca avventure dal sapore antico e per questo forse intramontabili. Come la sua antesignana, questa Circe attira le persone attraverso una melodia incantevole. Anche il viaggio da Londra a Parigi è fantastico nel suo stravolgimento geografico, così come il percorso sull’Orient Express…
Il romanzo si apre con una situazione classica per un eroe bambino: la scomparsa dei genitori. Naturalmente sono le circostanze di questa scomparsa ad essere interessanti e, al tempo stesso, coinvolgenti perché i genitori del piccolo Charlie (il nostro protagonista) sono degli scienziati che hanno elaborato una formula molto importante. Ma, soprattutto, è Charlie l’invenzione più riuscita perché non è affatto un bambino come tutti gli altri: la sua specialità è quella di parlare il linguaggio dei gatti. Ora… non so se si era capito, ma io adoro i gatti. In reltà amo un po’ tutti gli animali, ma i gatti in maniera speciale. Capirete quindi che per me l’immedesimazione con questo personaggio è stata totale, immediata. La qualità del nostro Charlie, poi, si trasferisce in maniera naturale a tutti i felini. Infatti inizierà la sua avventura in compagnia di un gruppo di leoni, con tutte le difficoltà del caso (gestirne la ferocia, passare inosservati, nascondersi, proteggerli…). Bellissimo!






LIONBOY
Louisa Young also writes young adult novels and she’s very peculiar in this.
in fact she writes them together with her daughter: their partnership is marked with a pseudonym: Zizou Corder, deriving from their lizard (Zizou).
She has been criticized for that: some has seen this as taking advantage of her own daughter, putting her in contact with publishing houses and interviews… I don’t think so. I believe it’s a positive way to channel a child’s energies towards something positive, constructing and funny at the same time. According to Louisa Young, everything started for fun… and that’s the way it should be. Bedtime tales were creative action instead of a passive ritual and so they invented a world, some characters and their stories together. The result is the series of books Lionboy, which took England by storm… but it has already been translated into 36 languages. Someone talks of a Harry Potter phenomenon and the movie rights have also been sold.
Given the circumstances, I decided to buy a copy of the first book of the series and read it.
I must say that I liked the story a lot and I read it all in one breath. 
The first thing I must say concerning trilogies is that I HATE OPEN-ENDED STORIES!!! It’s very disappointing to follow a story and then discover when you read the last page that nothing was solved and I have to start again and read for -in this case- two books to know how it ends. I’m sorry… maybe for somebody it’s a pleasant challenge… not for me. If a story is divided in a series of books I prefer when each book ends closing the different situations and then the next book starts with a different kind of problem, or a development of some other character.
Having expressed my opinion… I can discuss on the story. I really likes the idea of setting part of the events in a circus, a place I like a lot in literature and films, but I can’t stand in real life. Let me explain: what I can’t stand is the use of animals for a show and, what’s worse, the fact that they must endure journeys in inhuman conditions, tossed about in ‘travelling boxes’ around the world. It’s INHUMAN, are we going to be aware of that?
Where’s the fun -I wonder- in seeing an elephant on two legs or a tamer that keeps doped tigers at bay? Only when the people of the circus give up animals and start ‘recycling’ with shows where the protagonists are persons… I’ll go back queuing  for a ticket.. because -basically- I adore the atmosphere of the circus.
Getting back to Lionboy, I must say that the idea of a circus-ship is really good: the name, Circe, evokes adventures with an antique flavour and maybe for this reason timeless. Like her precursor, this Circe attracts people with enchanting melodies. The journey from London to Paris is fantastic in its geographical distortion and the same is true for the journey on the Orient Express.
The novel opens with a typical situation for a child protagonist: the disappearance of his parents. The circumstances of their disappearance are interesting and enthralling because Charlie’s parents are scientists who have produced a very important formula. Above all, Charlie is the best-conceived character, because he’s not like the other children: his specialty is talking the language of cats. Now… I don’t know if it was clear, but I adore cats. I love all animals, but cats have a special place in my heart. You can easily understand how easy was for me to empathize with this character. His specialty extends to all felines. In fact his adventure starts with a group of lions, with all the difficulties you can imagine (manage their ferocity, go unnoticed, hide, protect them…). Beautiful!

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