Martin Rowson è principalmente un vignettista inglese, del tipo MOLTO dissacrante, famoso soprattutto per la serie di vignette satiriche contro Boris Johnson.
Non vado pazza per le vignette politiche e mi sembrava più inerente al mio percorso l’esplorazione dell’aspetto umano che mi offrivano testi come Stuff (in primo luogo) ma anche The Dog Allusion. Sono infatti quelli che ho ordinato: non ho resistito alla tentazione di farmi due risate su Dio e sugli animali. Purtroppo, però, mi sono resa conto che entrambi i testi erano molto distanti da ciò che mi aspettavo: The Dog Allusion è più filosofico che satirico e Stuff è talmente personale e autoreferenziale da farmi sentire esclusa totalmente da ogni riferimento. E’ certamente il racconto di una famiglia attraverso gli oggetti, i luoghi e i loro ricordi ma in ordine così sparso e con così tanti riferimenti noti solo all’autore che ad un certo punto non riuscivo più a capire di chi si stesse parlando, nè riuscivo a farmi una linea del tempo mentale della storia di questa famiglia. Probabilmente è più apprezzabile da parte di chi è coinvolto o conosce Rowson meglio di quanto lo conosca io.
A questo punto mi ero arresa all’idea di acquistare anche una graphic novel, ma alla fine mi sono imbattuta per caso in rete in un articolo intitolato Dark Magic, che ha come argomento principale il ruolo della satira, i tabù e l’offesa. Ho finalmente trovato il tono che cercavo in The Dog Allusion.
Il testo si apre con un assunto che condivido pienamente: l’offesa è una questione totalmente soggettiva. Sì, è vero che ci sono alcuni argomenti considerati tabù la cui sola menzione è offensiva per la maggior parte delle persone, ma anche per questi Rowson fa riflettere: ci sono o ci sono state intere società che hanno trovato perfettamente normali anche questi tabù. Ci ricorda altresì che i tabù non sono altro che il risultato di un profondo condizionamento sociale e culturale e che la capacità di infrangerli dà grande potere: non c’è cosa peggiore da fare ad un nemico se non infrangere i suoi tabù. In tutto ciò l’umorismo ha un suo ruolo molto speciale nello scardinare un tabù… in teoria senza recare offesa: ecco il lavoro dell’umorista, sempre in bilico, con il perenne rischio di sconfinare nell’offesa imperdonabile.
It’s my job, as a satirical cartoonist, to give offence.
Giustificabile, seguendo il suo ragionamento, nel momento in cui l’oggetto della satira è più potente di chi la fa, nella grande tradizione umoristica inglese da Pope, Swift, Hogarth e Gillray, etc.
Caricature can be described as a type of voodoo – doing damage to someone at a distance with a sharp object, albeit in this case with a pen.
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