6 ago 2024

Dan Rhodes e il surreale incanto della vita

 


Read it in English

‘That’s life’ (cantava Sinatra)... tutto cambia continuamente… ed è quello che sembra volerci dire Dan Rhodes

Comincia tutto da un sasso lanciato nel vuoto… un semplice gesto che cambia la vita ad un gruppo di persone che apparentemente non hanno nulla a che fare l’una con l’altra, ma che piano piano, mano a mano che la storia procede, ci rendiamo conto che hanno qualcosa in comune, convergono in qualche modo tutte verso uno stesso centro: il centro è uno di loro.

La protagonista è Aurélie Renard, una studentessa d’arte che dà il via a ogni cosa lanciando il famoso sasso per un non ben definito progetto scolastico del quale lei stessa non è del tutto convinta. Il progetto naufraga subito, non appena il sasso inizia la sua caduta ed è evidente che l’esito sarà rovinoso… infatti colpirà un neonato in pieno viso. Da qui in poi si dirama tutta una serie di relazioni con e tra altri personaggi che entrano in scena uno dopo l’altro (inizialmente) in una sorta di girandola… oppure un carosello. Le relazioni tra di loro sono il fulcro del racconto, il cui ritmo ne è proprio scandito e segue in qualche modo, metaforicamente, il lancio del sasso: inizialmente, infatti, come un sasso mentre sale in aria ha un moto rallentato dall’attrito dell’aria, così i personaggi e le loro vicende personali vengono presentati diffusamente e si segue lo sviluppo delle loro relazioni con Aurélie, ma una volta raggiunto un certo punto la parabola discendente vede questi rapporti farsi sempre più frenetici, in una sorta di accelerazione degli eventi, che si moltiplicano fino all’epilogo finale. Il tutto sullo sfondo di una Parigi percepita solo a tratti.

Bizzarro, improbabile, surreale… sono gli aggettivi che ricorrono maggiormente nelle recensione scritte dai lettori su Goodreads, Amazon, etc…: sì, l’effetto è quello, ma lo è volutamente, in maniera calcolata. Credo anche che molti non abbiano colto il pizzico di realismo magico che condisce un po’ tutta la storia: qualcuno criticava la velocità con cui le persone si innamorano… in realtà anche questi sono brevi momenti magici, l’incrociarsi di uno sguardo che ‘attiva’ un sortilegio.

Lo stile è piacevolmente scorrevole, ma lascia comunque spazio a riflessioni che l’autore sembra invitarci a fare: sull’arte, in primis, e sul ruolo della critica, ma anche sull'amicizia, sull’amore, sulla famiglia, sui tabù, sul pregiudizio e… beh… sulla Vita, naturalmente. Ecco… da pensare ce n’è… ma solo se uno ne ha voglia, altrimenti ci si può lasciar cullare dalla prosa leggera e dagli eventi che si susseguono a ritmo incalzante e tengono il lettore attaccato alle pagine.

Se fosse un film, sarebbe un incrocio tra America Oggi e Il favoloso mondo di Amelie: un racconto corale profondo ma leggero, serio ma spiritoso, dolce ma con un fondo amaro… e alla fine scopri che è ‘semplicemente’ una storia d’amore.







DAN RHODES AND THE SURREAL ENCHANTMENT OF LIFE
‘That’s life’, Sinatra used to sing… everything constantly changes, and that is exactly what Dan Rhodes seems to want to tell us.
It all begins with a rock thrown in the sky… a simple gesture that completely changes the lives of a group of people who apparently have nothing in common with each other, but -as the story progresses- we slowly understand that they have one thing in common, they all somehow converge towards a centre and the centre is one of them.
The protagonist is Aurélie Renard, an Art student who starts the whole thing throwing the (in)famous rock for an undefined school project of which she is not even convinced. Indeed, the project fails as soon as the rock starts its fall and it’s clear that the outcome of that fall is disastrous… in fact it hits a baby in the face. From that moment on, there’s a chain of connections between different characters who enter the scene one after the other (at the beginning) in a kind of spinner… or a carousel. The connections between the characters are the focus of the story and build the rhythm at a pace that metaphorically follows the launch of a stone: at first it has a slow motion (like a stone ascending), so the characters are  introduced in detail and the reader can follow their relationship with Aurélie, but after reaching the peak of the curve, the downward spiral makes their connections increasingly fast-paced/frantic, in some sort of precipitation of events, who multiply until the final epilogue. Everything with fragments of Pris in the background.
Bizarre, absurd, surreal… are the most common adjectives in the reviews written by readers (Goodreads, Amazon, etc…): yes, that is the effect, but it is deliberately so, it’s calculated.
I also think that many readers missed the touch of magic realism permeating the story: some readers criticised the speed with which people fall in love… but there are some short magic moments when something special happens and the exchange of looks seem to activate some kind of spell.
Rhodes’s style is pleasantly flowing, but also leaves space for reflections the author seems to invite us to make: on art, first of all, and the role of critics, but also on friendship, love, family, taboos, prejudice and… well… on Life, of course. 
Well… there’s a lot to think about… but only if you feel like, otherwise you can just let yourself be lulled by the light prose and the fast-paced events following one another and keeping the reader glued to the pages.
If it were a movie, it would probably be a mix of Short Cuts and Le Fabuleux Destin d'Amélie Poulain: a choral but light story, serious but witty, sweet but with a bitter background… and eventually you find out that it’s ‘simply’ a love story.

Nessun commento:

Posta un commento