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Sono arrivati i libri di Benjamin Zephaniah che avevo ordinato ed ho già messo mano a quelli per così dire ‘scolastici’. Sicuramente il più adatto all’uso in classe è We are Britain! nel quale vengono presentati 12 ragazzini che vivono sparsi per il Regno Unito e le cui famiglie sono immigrate. Per ciascuno di loro c’è una semplice presentazione in inglese, accompagnata dalle bellissime fotografie di Prodeepta Das e da una poesia di Benjamin ispirata dal ragazzino stesso e dalle sue abitudini. L’anteprima di Google Books può aiutare a farsi un’idea.
L’ho trovato bellissimo ed è davvero un materiale utile per gli insegnanti di lingua inglese sia delle elementari che delle medie. Innanzitutto si tratta di materiale originale: la lingua non è filtrata come spesso accade sui libri di testo di lingua inglese, nei quali si trovano quelle situazioni posticce con un inglese semplificato al punto da ostacolare l’acquisizione di reali competenze da parte degli alunni. Poi avvicina gli alunni ai coetanei di altri Paesi e alle loro abitudini in maniera naturale e intrigante. Infine non è da trascurare la rilevanza per il tema immigrazione, che è un argomento più attuale che mai: il testo offre la possibilità di essere sfruttato anche da questo punto di vista, permettendo tutta una serie di osservazioni e considerazioni che scaturirebbero da un confronto tra la situazione italiana e quella inglese (Paesi di provenienza degli immigrati, gusti e abitudini, livello di integrazione, ecc.).
Si potrebbero far lavorare i ragazzi ad una ricostruzione del testo, partendo dalle presentazioni, le foto e le poesie isolate e chiedendo loro di abbinarle. Oppure si può procedere in maniera inversa (più tradizionale), partendo dal testo e chiedendo loro di raccogliere dati e informazioni (per esempio in una tabella) per poi analizzarli e fare il punto della situazione. Questo lavoro potrebbe essere fatto anche a gruppi (ad esempio assegnando un ragazzino ad ogni gruppo) e la tabella finale potrebbe essere costituita da un cartellone che ogni gruppo dovrebbe completare con i dati a sua disposizione. Insomma le possibilità di lavoro sono infinite e tutte molto motivanti sia per gli alunni che per gli insegnanti.
Benjamin Zephaniah è un personaggio che sicuramente merita un approfondimento e sono sicura che incuriosirebbe molto i ragazzi: già dall’aspetto è molto particolare perché porta i capelli rasta molto lunghi e non è una cosa che si veda molto da queste parti. Ancora più particolari sono le sue idee riguardo a cibo e animali, che si prestano ad accesi dibattiti ed offrono lo spunto per presentare testi dai punti di vista inconsueti… come dire, utili a ‘dare una scossa’ ai loro cervelletti spesso atrofizzati. Ho già discusso di come rovescia il senso di cose che per noi sono scontate (come l’uso del latte animale) e a questo proposito ho elaborato una lezione attorno al video che avevo segnalato.
Benjamin Zephaniah è un personaggio che sicuramente merita un approfondimento e sono sicura che incuriosirebbe molto i ragazzi: già dall’aspetto è molto particolare perché porta i capelli rasta molto lunghi e non è una cosa che si veda molto da queste parti. Ancora più particolari sono le sue idee riguardo a cibo e animali, che si prestano ad accesi dibattiti ed offrono lo spunto per presentare testi dai punti di vista inconsueti… come dire, utili a ‘dare una scossa’ ai loro cervelletti spesso atrofizzati. Ho già discusso di come rovescia il senso di cose che per noi sono scontate (come l’uso del latte animale) e a questo proposito ho elaborato una lezione attorno al video che avevo segnalato.
Si tratta di una poesia intitolata ‘Talking Turkey’ e che consiste in una sorta di invito a non mangiare tacchino a Natale per tutta una serie di buoni motivi animalisti, non ultimo quello di avere un tacchino per amico. Per quanto riguarda il programma di Cultura e Civiltà io trovo questo spunto eccezionale: permette di affrontare l’abitudine inglese di mangiare tacchino a Natale (e per il Ringraziamento in America) per poi stravolgere la prospettiva e considerare la cosa dal punto di vista dei tacchini. Ho quindi usato il video per sviluppare la seguente attività, che ovviamente proporrò alla mia seconda prima di Natale.
BENJAMIN ZEPHANIAH: WE ARE BRITAIN!
Benjamin Zephaniah’s books have arrived and I have already started with the ‘school books’. The one which is more suitable for use in the classroom is We are Britain! where 12 immigrant children living in the UK are introduced. For each of them there’s a simple introduction in English, together with some beautiful photos by Prodeepta Das and a poem by Benjamin, inspired by the child and his/her habits. I liked it a lot and it’s really useful for English Teachers both of primary and junior secondary school. First of all, it’s authentic material: the language isn’t filtered as it often happens in school books for Italian students, where the situations are artificial and the language is oversimplified to the point of hindering any progression or the acquisition of real skills. Secondly, the book brings the pupils closer to their peers from other countries in a very natural way. Lastly, it is relevant for the theme of immigration, which is a very topical issue: using this text would help elicit observations and considerations just by the comparison of cultures (Italian-British).
The pupils could work on a re-writing of the text, starting from the introductions, the photos and the poems. Or you can start from the text and ask them to find out information (for example filling in a table) and then analyze the results and discuss about them. They could work in groups (each group reading the story of a different child) and the final table could be a big poster that each group would fill in with their information. Endless possibilities…
Talking about Benjamin Zephaniah would definitely attract the children’s curiosity: his ideas on animals and food are very particular, even his physical appearance is very peculiar because he wears very long rasta hair. His points of view are challenging, overturning the meaning of things, questioning our habits (like the use of cow milk).
Well, I’ve created a lesson for the video I had mentioned in my previous post. It’s on a poem titled “Talking Turkey” which is some sort of exhortation not to eat turkey for Christmas for a series of good animal-rights reasons, not least the idea of having a turkey for friend. It’s a good topic for civilization, too. We could talk about the habit of eating turkey for Christmas in England (and for Thanksgiving in America).
BENJAMIN ZEPHANIAH: WE ARE BRITAIN!
Benjamin Zephaniah’s books have arrived and I have already started with the ‘school books’. The one which is more suitable for use in the classroom is We are Britain! where 12 immigrant children living in the UK are introduced. For each of them there’s a simple introduction in English, together with some beautiful photos by Prodeepta Das and a poem by Benjamin, inspired by the child and his/her habits. I liked it a lot and it’s really useful for English Teachers both of primary and junior secondary school. First of all, it’s authentic material: the language isn’t filtered as it often happens in school books for Italian students, where the situations are artificial and the language is oversimplified to the point of hindering any progression or the acquisition of real skills. Secondly, the book brings the pupils closer to their peers from other countries in a very natural way. Lastly, it is relevant for the theme of immigration, which is a very topical issue: using this text would help elicit observations and considerations just by the comparison of cultures (Italian-British).
The pupils could work on a re-writing of the text, starting from the introductions, the photos and the poems. Or you can start from the text and ask them to find out information (for example filling in a table) and then analyze the results and discuss about them. They could work in groups (each group reading the story of a different child) and the final table could be a big poster that each group would fill in with their information. Endless possibilities…
Talking about Benjamin Zephaniah would definitely attract the children’s curiosity: his ideas on animals and food are very particular, even his physical appearance is very peculiar because he wears very long rasta hair. His points of view are challenging, overturning the meaning of things, questioning our habits (like the use of cow milk).
Well, I’ve created a lesson for the video I had mentioned in my previous post. It’s on a poem titled “Talking Turkey” which is some sort of exhortation not to eat turkey for Christmas for a series of good animal-rights reasons, not least the idea of having a turkey for friend. It’s a good topic for civilization, too. We could talk about the habit of eating turkey for Christmas in England (and for Thanksgiving in America).
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