Helen Simpson è conosciuta soprattutto per i racconti, al punto da essere spesso paragonata a Katherine Mansfield. Le sue storie traggono di solito spunto da un'immagine e sono 'servite' con una tazza di tè. Il tè non è per lei solo un oggetto di scena, ecco perché ha scelto di dedicare un libro a questa importante cerimonia, scegliendone la versione più tradizionale: il tè pomeridiano del Ritz Hotel a Londra.
Proprio mentre mi accingevo ad iniziare Un tè al Ritz di Helen Simpson mi sono imbattuta in un post di Instagram con una foto accattivante di Tea with Jane Austen di Kim Wilson… ed ho pensato che DOVEVO averlo. Quindi, per la prima volta ho acquistato un libro in seguito ad un post di Instagram che sicuramente aveva catturato la mia attenzione, sia per la maestria nella composizione della foto, sia per la copertina del libro in questione che, lo devo ammettere, è affascinante, ma soprattutto per la mia già nota ‘sindrome di Jane Austen’ che questa volta veniva rafforzata da un altro elemento tra i miei preferiti, il tè. Insomma… mi sono appuntata subito il titolo ed ho proceduto all’acquisto online. Il libro è arrivato proprio quando avevo finito Un tè al Ritz e ne è stata la naturale prosecuzione.
Helen Simpson non dedica un libro al tè in generale, bensì alla cerimonia del tè più snob dell’Inghilterra: quella che viene messa in scena all’esclusivo Hotel Ritz di Londra. Fin dalle primissime righe l’autrice ci introduce in questo mondo patinato per entrare in un’atmosfera d’altri tempi che, scopriamo subito, è frutto di un calcolo scientifico: ci informa infatti che tutto è stato calcolato minuziosamente affinché quell’atmosfera producesse esattamente gli effetti che ha negli avventori… un nostalgico tuffo nel tempo caratterizzato da sfumature rosate… un po' alla ‘vie en rose’. Ovviamente, per non guastare questo effetto, è inimmaginabile accedere con jeans e maglietta: da qui il rigoroso codice d’abbigliamento. Questa cerimonia ha luogo in realtà più volte ogni giorno nel palco denominato Palm Court ed ha come protagonista il tè, ‘servito in porcellane bianche e blu’. Helen Simpson mescola ricette, storia e curiosità alternandoli sapientemente in modo da non annoiare mai il lettore. La mia ricetta preferita? Senza dubbio quella dei tramezzini ai cetrioli, immancabili come accompagnamento di un buon tè tradizionale inglese e protagonisti di una divertentissima scena nella commedia di Oscar Wilde, L’importanza di chiamarsi Ernesto.
L’esperienza più simile al tè del Ritz l’ho avuta in Irlanda. Da sempre affascinata da queste cerimonie, ho voluto fortemente inserire una tappa nel viaggio che io e mio marito abbiamo fatto un paio di estati fa: ho prenotato per noi l’Afternoon Tea al prestigioso Shelbourne Hotel a Dublino. In deliziose poltroncine di velluto si sorseggia un tè che non finisce mai, perché viene prontamente rabboccato dal personale attento.
Il libro di Kim Wilson focalizza, invece, sulla presenza del tè nella vita e all’interno dei romanzi di Jane Austen. Anche se i contenuti sono diversi, la struttura del testo è molto simile a quella della Simpson: anche qui, infatti, l’autrice alterna la storia del tè con l’analisi dei romanzi ed alcune ricette. E qui scopro che la colazione britannica per eccellenza, prima dell’avvento del tè consisteva in… tenetevi forte… manzo e birra. Perdonatemi… ma non ce la vedo proprio la regina Elisabetta I alzarsi al mattino e tracannare birra prestando attenzione a non macchiare la gorgiera. Eppure, a quanto pare era proprio così.
Al contrario, la colazione all’epoca di Jane Austen consisteva sostanzialmente di tè e pane. Le famiglie più facoltose abbinavano al tè dei dolci di vario tipo, ma più o meno il modello era quello. Al di là della colazione, il tè era protagonista in molte occasioni: usato per intrattenere la clientela femminile mentre attendeva di essere servita nei negozi, offerto agli ospiti di casa e utilizzato la sera per accompagnare le varie forme di intrattenimento domestico all’interno delle famiglie. Non si rinunciava al tè neanche in mare: Kim Wilson ci assicura che gli ufficiali della marina mantenevano le abitudini e gli agi domestici anche in viaggio e che alcuni di loro si portavano il tè da casa pur di non rinunciarvi.
Insomma, questo libriccino è una piacevole incursione nel XVIII secolo e vi consente di assaporare un po’ di atmosfera ‘alla Jane Austen’.
WHAT DO JANE AUSTEN, THE RITZ HOTEL AND TEA, BRITAIN'S FAVOURITE HOT DRINK, HAVE IN COMMON?
Helen Simpson is mostly famous for her short stories, so much so that she is often compared to Katherine Mansfield. Her stories usually originate from a picture and are almost always ‘served’ with a cup of tea. Tea is not just a prop for her: that’s probably why she devoted a book to this important ceremony, choosing the most traditional one, the afternoon tea at the Ritz Hotel in London.
But just when I was about to start reading Helen Simpson's book I came across an Instagram post with an inviting photo of Kim Wilson's Tea with Jane Austen… and I suddenly thought that I HAD TO read that book. That was also the first time I bought a book after an Instagram post. The photo was beautiful, as well as the cover of the book, but it was also because of my 'Jane Austen syndrome' and my favourite hot drink, together in the title of a book. In short… I ordered the book, which arrived exactly when I was at the end of Helen Simpson's book.
Ms Simpson does not tell us about the history of tea, she explores the most snobbish British ceremony … on stage at the Ritz hotel in London. From the very first lines the author introduces us in a glossy world, in an old-time atmosphere. It's the result of a scientific calculation: everything was organized in order to produce that effect … a nostalgic trip back in time, with pinkish shades in a vie-en-rose style. It's unthinkable to enter this world wearing a pair of jeans and a T-shirt: there's a very strict dress code. The ceremony takes place several times every day in the so-called Palm Court and the protagonist is tea, served in blue and white porcelain. In Helen Simpson's book, recipes, history and curiosities are wisely alternated in order to entertain the reader.
My favourite recipe? No doubt, cucumber sandwiches… so exquisitely British and also the protagonists of a hilarious scene in Oscar Wilde's comedy, The Importance of Being Earnest.
I've never been to the Ritz so far, but I've had a similar experience in Ireland, where I had Afternoon Tea at the superb Shelbourne Hotel in Dublin. Sitting on velvet armchairs you sip your never-ending tea, which is constantly refilled by the staff.
Kim Wilson's book is different, focusing on tea as an element in Jane Austen's life and books. Although the style of the two books is similar: history, analysis and recipes are alternated. It was reading Kim Wilson that I learnt about the British breakfast before tea, which consisted in… bace yourselves… BEEF AND BEER! Forgive me, but I can't imagine Queen Elizabeth I waking up in the morning and chugging beer, paying attention to her ruff. And yet… it's true!
On the contrary, breakfast in the time of Jane Austen consisted in tea and bread. Only the wealthiest families could have sweets of various kinds. Besides breakfast, tea was served in different occasions: to entertain women in shops while they were waiting to be served, to entertain one's guests, to accompany evening family activities. The British simply couldn't give up tea…. not even at sea: Kim Wilson tells us that naval officers used to keep their habits as well as domestic comforts on a journey. Some of them brought their tea leaves from home.
In conclusion, this little book offers a pleasant incursion in the 18th century to try some Jane Austen atmosphere.
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