30 dic 2022

Will Self: sovversivo con humour

 


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Non è un bravo ragazzo… tanto vale chiarirlo subito: sono noti i suoi problemi con la droga (che non starò qui a raccontare perchè sono OVUNQUE in rete ogni qualvolta qualcuno scrive su di lui). 

Però compensa con un acuto senso critico e un umorismo tagliente, sarcastico... al punto da diventare fastidioso. Non a caso, lui stesso ha dichiarato: “What excites me is to disturb the reader's fundamental assumptions.” 

Insomma, è un personaggio un po’ scomodo: se si presta attenzione ai dati biografici, si può notare che resta difficilmente a lungo in una ‘posizione’ (come giornalista è passato da una testata all’altra e da un incarico all’altro). Probabilmente il suo occhio critico che chiaramente non tollera alcuna ipocrisia e smaschera ogni finzione, il suo disgusto per ogni piccolo sordido difetto e la velocità con cui lo stigmatizza, le staffilate feroci con cui emette il suo giudizio fanno di lui una persona a cui è difficile rimanere vicini a lungo.

La vena polemica maschera un’insoddisfazione di fronte alle cose che sembra in qualche modo derivare dal vissuto personale dell’autore: i genitori non andavano d’accordo e si separarono quando Will aveva 9 anni (finchè non divorziarono, definitivamente, molti anni dopo). Will e i fratelli vivevano in una sorta di “guerra dei Roses” all’inglese (più psicologica e verbale che fisica). 

Inoltre, la figura materna viene descritta così nel libro del fratello Jonathan: “Her rule was absolute and she enforced it through a combination of fear, physical force, disapproval and sarcasm”. Insomma, insoddisfazione, frustrazione, depressione, sono tutte sensazioni che Will ha avuto modo di esplorare, come dire, dall’interno fin da piccolo. 

Ma allora, vi chiederete, come ha sviluppato le sue doti narrative, che sono davvero notevoli? In quello stesso ambiente e, per la precisione, nella biblioteca di casa, che a quanto pare era ben fornita e costituiva un rifugio  prezioso per la mente del piccolo Will. Non stupisce infatti che fosse un avido lettore: non è da tutti essere un fan di J. G. Ballard a 10 anni. 








WILL SELF: HUMOROUSLY SUBVERSIVE
He isn’t a good kid… we may as well have this out right away: his drug problem is known (and I won’t tell about that because it’s EVERYWHERE online as soon as you google his name). However, he compensates with his sharp critical sense and humour… to the point of becoming annoying.
It is not without reason that he himself declared: “What excites me is to disturb the reader’s fundamental assumptions”.  In short, he’s an awkward figure: if you pay attention to his biodata, you may notice that he rarely stays long in a job (as a journalist he has gone from one news organization to another and from one job to another). 
It’s probably his critical eye -not tolerating any hypocrisy, taking masks off- together with his repulsion for any sordid little flaw and the speed with which he stigmatizes, or his fierce judgment that make him a person hard to stay with.
His polemical vein reveals a general dissatisfaction that probably derives from his personal life: his parents didn’t get along and separated when he was 9 years old (until they finally divorced many years later). Will and his brothers lived some sort of ‘War of the Roses’... the English way (it was more psychological and verbal than physical). The mother figure was described in Jonathan Self’s book: “Her rule was absolute and she enforced it through a combination of fear, physical force, disapproval and sarcasm”. In short, dissatisfaction, frustration, depression… are all feelings that he could explore from the inside from an early age. Well, you may ask, how could he develop his storytelling skills? In his parents’ home library, which was a precious refuge for little Will. So no wonder that he was an avid reader: not everybody is a fan of J. G. Ballard at 10 years old.

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