13 ago 2024

'Sour Grapes': can che abbaia a volte morde

 

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L'ultimo romanzo di Dan Rhodes è un’enorme satira del mondo letterario, in alcuni punti una fiera del grottesco… ma è un grottesco piacevole e che riserva molte risate. 

Il personaggio in assoluto più comico è in qualche modo il protagonista, Wilberforce Selfram che anche se all’inizio è un po’ irritante per via della particolarissima parlata… mano a mano che ci si abitua diventa spassoso. La satira è ferocissima e non c’è nemmeno il tentativo di mascherarla almeno un po’: i nomi alterati sono riconducibili a quelli reali in maniera talmente evidente che è chiaro l’intento dell’autore. Certo bisogna conoscere il mondo editoriale britannico per cogliere ogni sfumatura: ad esempio, apprendo in rete che il personaggio di Florence Peters è ispirato a Peter Florence, il direttore del festival letterario di Hay… che a questo punto suppongo sia l’oggetto degli strali di Rhodes (a partire dall’ambientazione agreste). In alcuni casi i nomi non vengono cambiati: nel ruolo di sè stessi J. K. Rowling e Salman Rushdie in quello che possiamo chiamare un cameo letterario.

Non risparmia nessuno, Dan Rhodes: le case editrici, i giornali e i giornalisti, gli autori, il pubblico… e perfino sè stesso, dal momento che introduce lo scrittore Dan Rhodes con il suo libro ‘Sour Grapes’ anticipandone l’accoglienza e le reazioni da parte delle persone coinvolte. 

La scelta molto particolare di mantenere i nomi molto riconoscibili, le situazioni grottesche e la ferocia ha fatto parlare di vendetta e di rancore da parte dell’autore. Può darsi… E’ evidente che Rhodes sia insofferente nei confronti delle convenzioni imposte dal settore e considera gli editori una sorta di massoneria. Non a caso per questo ultimo libro Rhodes cambia editore (viene dalla Canongate). 

Wilberforce Selfram, chiaramente una parodia di Will Self, è il personaggio che mi ha fatta più sorridere, innanzi tutto perchè è assolutamente azzeccato a partire dalla descrizione fisica (che in alcuni punti ricalca quasi quella di uno zombie). Anche la pedanteria e lo snobismo culturale sono tratti assolutamente riconoscibili nell’autore, che Rhodes a portato agli estremi parodici. Trovo anche divertente la sorta di redenzione finale riservata al personaggio. 








'SOUR GRAPES': BARKING DOGS SOMETIMES BITE
It’s a great satire of the literary world, to the point of being grotesque… but it’s a pleasant and funny grotesqueness. The most comic characters is the protagonist itself, Wilberforce Selfram who is a little bit irritating at the beginning due to his irritating speech… but as you get used to it, you’ll find him amusing. The satire is very ferocious and there’s no attempt to mask it, either: mangled names are easily identifiable real people and that was clearly the intention of the author. Yes, you must be familiar with the British literary world to be able to understand all the references: for example, I’ve discovered on the Internet that Florence Peters was inspired by Peter Florence, the director of Hay Literary Festival… which is -I suppose- the main object of Rhodes’s arrows (aldo considering the rural setting). There are examples of unchanged names: I found J. K. Rowling and Salman Rushdie ‘playing’ themselves… literary cameo?
Dan Rhodes does not spare anyone: publishing houses, the press, journalists, authors, the public… and even himself, when he introduces a writer named Dan Rhodes with his book ‘Sour Grapes’: he even anticipates its reception and the reactions of the people involved.
The choice of keeping the names very identifiable is particular, and risky: in fact there was talk of revenge and resentment. Clearly, Rhodes is intolerant towards the conventions imposed by the literary establishment and he compares publishing houses to masonry. Is it a coincidence that Rhodes changed his publisher for this book (it was Canongate before)?
Wilberforce Selfram is obviously a parody of Will Self: he’s the funniest character in the book, first of all for the totally spot-on physical description (in some parts he’s almost a zombie). Pedantry and cultural snobbery are also famous traits of the writer, which Rhodes brings to extremes in his parody. Wilberforce’s final redemption was hilarious to me.


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