L'ultimo romanzo di Dan Rhodes è un’enorme satira del mondo letterario, in alcuni punti una fiera del grottesco… ma è un grottesco piacevole e che riserva molte risate.
Il personaggio in assoluto più comico è in qualche modo il protagonista, Wilberforce Selfram che anche se all’inizio è un po’ irritante per via della particolarissima parlata… mano a mano che ci si abitua diventa spassoso. La satira è ferocissima e non c’è nemmeno il tentativo di mascherarla almeno un po’: i nomi alterati sono riconducibili a quelli reali in maniera talmente evidente che è chiaro l’intento dell’autore. Certo bisogna conoscere il mondo editoriale britannico per cogliere ogni sfumatura: ad esempio, apprendo in rete che il personaggio di Florence Peters è ispirato a Peter Florence, il direttore del festival letterario di Hay… che a questo punto suppongo sia l’oggetto degli strali di Rhodes (a partire dall’ambientazione agreste). In alcuni casi i nomi non vengono cambiati: nel ruolo di sè stessi J. K. Rowling e Salman Rushdie in quello che possiamo chiamare un cameo letterario.
Non risparmia nessuno, Dan Rhodes: le case editrici, i giornali e i giornalisti, gli autori, il pubblico… e perfino sè stesso, dal momento che introduce lo scrittore Dan Rhodes con il suo libro ‘Sour Grapes’ anticipandone l’accoglienza e le reazioni da parte delle persone coinvolte.
La scelta molto particolare di mantenere i nomi molto riconoscibili, le situazioni grottesche e la ferocia ha fatto parlare di vendetta e di rancore da parte dell’autore. Può darsi… E’ evidente che Rhodes sia insofferente nei confronti delle convenzioni imposte dal settore e considera gli editori una sorta di massoneria. Non a caso per questo ultimo libro Rhodes cambia editore (viene dalla Canongate).
Wilberforce Selfram, chiaramente una parodia di Will Self, è il personaggio che mi ha fatta più sorridere, innanzi tutto perchè è assolutamente azzeccato a partire dalla descrizione fisica (che in alcuni punti ricalca quasi quella di uno zombie). Anche la pedanteria e lo snobismo culturale sono tratti assolutamente riconoscibili nell’autore, che Rhodes a portato agli estremi parodici. Trovo anche divertente la sorta di redenzione finale riservata al personaggio.
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