17 gen 2023

Will Self e il suo Dorian Gray tossico


Si tratta di un rifacimento del Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Dell’originale mantiene lo spirito e la struttura principale, ma tutto il resto cambia: cambia l’atmosfera, la trama, i personaggi… eppure l’originale è sempre lì, riconoscibile sotto la superficie. 
Le tematiche, paradossalmente, restano le stesse: la ricerca della giovinezza, la decadenza di fine secolo (anche se il secolo, questa volta, è un altro), la corruzione morale, la critica dell’aristocrazia. L’attacco all’aristocrazia è particolarmente feroce: ne emerge un quadro viziosamente crudele che richiama in qualche modo quella descritta da Edward St Aubyn ne I Melrose. La descrizione fisica risente però di un umorismo più caricaturale (rispetto a St Aubyn): basta pensare al soprannome affibbiato per tutto il romanzo alla moglie di Wotton, Lady Victoria, ovvero Batface.

Questo Dorian vive negli anni ‘80 e ‘90 del Novecento e per farci percepire la cronologia che lo riguarda, l’autore mette in campo un abile stratagemma, creando una sorta di parallelismo tra la vita di Dorian e quella di Lady Diana: i momenti salienti della vita della principessa fanno in qualche modo da sfondo alle vicende dei protagonisti. 

Il processo di modernizzazione colpisce ogni elemento del romanzo originario, a partire dal ritratto stesso che, nella versione di Will Self diventa un'installazione video intitolata Cathode Narcissus. L’arte che aveva forgiato la perversione del Dorian wildiano era quella di Huysmans, in Self è quella di Andy Warhol… ma anche questo Dorian legge A rebours.

Un’apparente grande diversità con il romanzo classico è la forzatura sulla perversione, sulla violenza, sulla brutalità ma, riflettendoci bene, forse non vi era altro modo per rendere la “sconvenienza” del percorso in discesa di Dorian. Cos’altro avrebbe potuto scandalizzare oggi? Lo spettro dell’Aids dà il tocco finale. 

Altre diversità: a parte i protagonisti, non ritroviamo i personaggi secondari, sostituiti con versioni molto diverse dall’originale. Ad esempio, la figura di Sybil Vane viene rimpiazzata da Herman, un giovane ‘raccattato’ nei sobborghi di Soho. A differenza di Sybil, però, il lascito di Herman è letale. 




WILL SELF AND HIS DORIAN GRAY, A DRUG ADDICT

Dorian is a remake of The Picture of Dorian Gray by Oscar Wilde. Both the structure and the spirit of the original are in it, but the atmosphere, the plot, the characters are different… and yet, you can feel Wilde’s work beneath the surface all along. The themes are also the same: the pursuit of youth, the turn-of-the-century decadence (even if the century is different), the moral corruption, the criticism of aristocracy. The latter is particularly fierce: it gives a viciously cruel picture of society, the same described by Edward St Aubyn in The Melrose Trilogy. The physical descriptions are characterized by a more caricatural humour: just think of the nickname used for Wotton’s wife, Batface. This Dorian lives in the 1980s and 90s: the author creates some sort of parallelism between his life and Princess Diana. The key moments in the life of the Princess work as a backdrop to the stories of the protagonists. The process of modernization is applied to every element of the original novel, starting from the portrait itself, which becomes a video installation called Cathode Narcissus in Will Self’s book. In Wilde Dorian’s perversion was inspired by Huysmans, in Will Self’s Dorian it’s Andy Warhol… even if this Dorian reads A Rebour, too. There’s a different level of perversion, violence and brutality are intensified but, if we think about it, maybe there was no other way to make the modern reader perceive the impropriety of Dorian’s descent. What else could be outrageous today? The ghost of AIDS puts the finishing touch. Other differences: some characters were replaced with very different versions. For example, Sybil Vane is replaced with Herman, a young man picked up in the suburbs of Soho, whose legacy is lethal.

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