Curiosity trapped the cat… la curiosità mi ha portata ad un progetto radiofonico di Greta Stoddart con Jon Nicholls. Si tratta di una poesia a più voci ispirata da una visita ad un ospizio per persone malate di demenza senile… sono bastate le poche righe di presentazione del progetto nel sito della poetessa ad incuriosirmi (il titolo e l’argomento) ma è stato il link al progetto che mi ha catturata definitivamente. Sì, perchè mi ha portata in una piattaforma nota, Soundcloud, che ho conosciuto durante un corso sul podcasting.
Ho sempre subito il fascino del podcasting ma solo a livello didattico: ho anche fatto diversi tentativi negli anni di creare qualcosa con i ragazzi che valesse la pena di essere ascoltata. Recentemente, ho seguito un corso online che ne esplorava le potenzialità a livello di storytelling ed era rivolto per lo più a utenti che avevano già nozioni di base e delle idee da realizzare per guidarli nella creazione di un progetto personale... di storytelling appunto. Non mi è stato utile a livello didattico come speravo, ma mi ha aperto un mondo totalmente sconosciuto: quello dei file audio su piattaforme online.
Sinceramente non credevo che ci fossero così tanti appassionati, così tanto interesse… premi, pubblico, un universo social che neanche immaginavo. In qualche modo associavo questi progetti alle trasmissioni radiofoniche e pensavo fossero superati. Invece no. Ho avuto modo di conoscere progetti interessanti dal successo strepitoso. Ho approfondito cosa c’è dietro un podcast: la progettazione, i generi, il grande lavoro sul suono, sulle emozioni e qualche piccolo ‘trucchetto del mestiere’ per confezionare un prodotto grezzo ma con delle potenzialità. Ovviamente Soundcloud era la piattaforma di riferimento.
Tutto ciò è emerso con un semplice click, quando mi sono resa conto che mi portava proprio là… ed eccomi a tu per tu con il podcast (perchè di questo si tratta) di Greta Stoddart intitolato Who’s There? A questo punto non mi restava che infilarmi le cuffie e ascoltare… qualche nota… ed ecco la voce di Greta che mi conduceva in un luogo nuovo.
Ed ecco che il racconto si fa poesia e la poesia si fa decostruzione… la casa di cura viene descritta attraverso i suoi abitanti, ma scomposti: 23 hearts, 23 souls, bodies, beds. La demenza separa in qualche modo i corpi dalle menti e dai luoghi che abitano.
C’è anche una grande ricerca sonora, merito di Jon Nicholls, la pendola che segna le ore, il tempo che passa e si porta via il flusso di pensieri dei visitatori e le voci, i brandelli di dialoghi scombinati, che diventano monologhi, ricordi che affollano la mente, richiami a cui nessuno risponde.... ed infine le voci dei residenti che si mescolano, si sovrastano l’un l’altra, … frammenti della loro interiorità… e poi ci sono le voci dei medici e delle infermiere che parlano della demenza senile, la definiscono, ne descrivono i diversi stadi,... come a far percepire la distanza tra la teoria e la realtà.
Ma la cosa che colpisce di più è la drammatizzazione dello sconcerto dei parenti più stretti, l’incredulità con cui descrivono i sintomi dei loro cari e, al tempo stesso, sembrano prendere le distanze da loro, sembra che parlino di sconosciuti… 'the riddle of the disconnecting brain', lo definisce Greta.
Ho sempre pensato che questo fosse l’aspetto più terribile di questa malattia: avere di fronte a sè una persona che hai amato per tutta -o quasi- la vita, eppure non riconoscerla, vivere una sorta di mutuo estraniamento.
GRETA STODDART: IS THERE ANY POETRY IN DEMENTIA?
Curiosity trapped the cat… and curiosity has led me to a radio project by Ms Stoddart and Jon Nicholls. It’s a many-voiced poem inspired by a visit to a dementia care home… the few lines of introduction to the project I read in Ms Stoddart’s website were enough to arouse my curiosity (the title and the topic) but it was the direct link to the project that nailed me. Yes, because it led me to a well-known platform, Soundcloud, which I had known during an online course on podcasting.
I’ve always been fascinated by podcasting, in particular for teaching: I had also tried it every now and then in my classes. The recent course explored the potential of podcasting for storytelling and it was a course for people who already knew what it was and had some ideas as well as a personal project to bring to life.... a storytelling project. I had hoped to find some useful suggestions to use in the classroom, but instead it opened up a whole new world to me: the world of audio files on online platforms. I really didn’t believe there could be so many podcasting lovers, so much interest… prizes, audience, a social universe I didn’t even know it existed. I somehow associated podcasting projects to radio broadcasting and I thought they were both outdated. Well, they aren’t. I found interesting projects with a great success. I learnt what’s behind a podcast: planning, genres, sounds, emotions and even some tricks of the trade to put together a raw product with potential. Obviously, Soundcloud was THE platform to refer to.
With one click, everything I had lived during the course flashed through my mind as soon as I realized I was being directed to Soundcloud… and there I was, face to face -or better, ear to ear- with Greta Stoddart’s podcast titled Who’s There?
At this point I just had to put my headphones on and listen… a few notes… and there it was... Ms Stoddart’s voice leading me inside a new place.
And suddenly… the storytelling becomes poetry and poetry becomes deconstruction… the care home is described through its inhabitants, but disassembled: 23 hearts, 23 souls, bodies, beds. It’s dementia separating somehow the bodies from the minds and the places they inhabit.
There’s also an accurate research of sounds, thanks to Jon Nicholls: the bells which also remind the sound of a wall clock marking the hours, like time passing and carrying the visitors’ stream of consciousness as well as their voices, shreds of dialogues which become monologues, memories crowding their minds… and then… the residents’ voices mingling, drowning out one another, fragments of their inner life.... and then there are the doctors’ and nurses’ voices talking about dementia, giving explanations of the phenomenon and the different stages of the disease.
But what strikes the most is the dramatization of the amazement and dismay of friends and families, who describe the symptoms of their loved ones: it seems like they’re talking about strangers, they somehow distance themselves from the people in the care home… ‘the riddle of the disconnecting brain’ with Greta’s words.
I’ve always thought that this is the most terrible thing about dementia: you have before you a person you have loved all -or part of- your life, yet there’s a mutual estrangement.
LINK TO THE PODCAST: Greta Stoddart, Who's There?
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