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Anche Louisa Young è un personaggio interessante. Si tratta di una scrittrice e giornalista londinese. E’ cresciuta e vive tuttora nella casa di J. M. Barrie, dove fu scritto il famosissimo Peter Pan. Che dire? Tutti i giorni si affaccia alla finestra da cui entrava Peter…
Il suo primo libro è una biografia della nonna, che era niente meno che Kathleen Scott, l’impavida moglie dell’esploratore antartico Robert Falcon Scott. Gli esempi di donne forti e intraprendenti non sono certo mancati nella sua famiglia. Altrettanto si può dire per quanto riguarda la letteratura: ai tempi della nonna quella casa era frequentata da scrittori quali George Bernard Shaw e Max Beerbohm. Furono i suoi nonni a comprare la casa da J. M. Barrie. A mio avviso è una casa magica, le cui parete sono impregnate di letteratura. E’ una casa in cui le storie scaturiscono in modo naturale e la scrittura fluisce come il pensiero. Louisa ne è consapevole ed è molto orgogliosa della sua casa.
Dalla sua postazione traballante vicino alla finestra, Louisa ha scritto una trilogia incentrata su una donna davvero particolare: ex danzatrice del ventre, ex-motociclista, madre single… certamente una figura da approfondire. Purtroppo io non vado pazza per le trilogie: amo arrivare alla fine di un libro e sapere che è finita (tranne nei rari casi in cui mi affeziono molto ad un personaggio da desiderare non mollarlo mai).
Quindi, ho deciso di cominciare l’esplorazione dall’ultimo libro che ha scritto: My Dear I Wanted to Tell You (L’inverno si era sbagliato in italiano). Sarà perché adoro le ambientazioni storico-letterarie e, ancor di più, le storie d’amore travagliate, ma questo libro mi ispira proprio. Facendo una ulteriore ricerca in rete, ho trovato un paio di video promozionali del libro molto belli. Se insegnassi ancora ai ragazzi delle superiori li userei certamente in classe. E’ un bel modo sia per riassumere le tematiche principali di un libro che per esercitare la comprensione orale (magari con una scheda-guida) e si possono usare anche come spunto di conversazione. Uno dei due promo contiene anche un’intervista a Louisa Young, che costituisce una piccola sfida di comprensione, perché l’autrice ha un lieve difetto di pronuncia sulla ‘s’ che complica un po’ le cose… ma non troppo visto che il linguaggio è comunque alla portata di un livello intermedio (se affrontato in maniera guidata). Sicuramente rende l’autrice più ‘umana’, la fa sentire più vicina, raggiungibile... e sicuramente questo aspetto umano rende più facile ricordare la persona e associarla alle sue opere.
Dunque, adesso uscirò a correrò in libreria a vedere se trovo il libro. Essendo una novità, spero di essere fortunata e riuscire a comprarlo subito.
Louisa Young is another interesting author. She’s a London journalist and writer. She grew up and still lives in J. M. Barrie’s house, whee the glorious Peter Pan was written. What can I say? Every day she looks out of the window from which Peter used to enter.
Her first book is a biography of her grandmother, who was no less than Kathleen Scott, the fearless wife of Antarctic explorer Robert Falcon scott. There was no shortage of strong and resourceful women in Louisa Young’s family. The same is for literature: in the days of her grandmother the house was visited by writers like George bernard Shaw and Max beerbohm. Her grandparents bought J. M. Barrie’s house. I think it’s a magical house, whose walls are steeped in literature. It’s a house where stories naturally spring and writing and thoughts flow. Louisa is conscious of that and she’s very proud of that house.
From her wobbly desk near the window, Louisa wrote a trilogy focused on a very special woman: former belly dancer, former biker, single mother… a great character. Unfortunately, I’m not very fond of trilogies: I like closing a book and knowing it’s finished.
So, I decided to start exploring her latest book: My Dear I Wanted to Tell You. Probably because I love historical-literary settings and also troubled love stories, but this book really inspires me. After some research ont he Internet, I’ve found a couple of book trailers which were really good. If I still taught high school students I would certainly use them in the classroom. It’s the best way to summarize the main themes of a book and work on listening skills at the same and they can also be used to start a conversation. One of them contains an interview to Louisa Young, which is a little bit challenging (as regards oral comprehension) because the writer has a slight speech impediment when she pronounces the letter ‘s’... but the language is appropriate for intermediate students.
Well, I’m about to go to the library and see if I can find her book.
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