9 giu 2019

Graham Swift, Last Orders: il viaggio dell'amicizia

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Come già anticipato nel post precedente, Swift racconta spesso la storia di una giornata nella vita dei suoi personaggi: è questo il caso di Last Orders. In questo romanzo si può osservare la complessità narrativa di Swift al meglio: la storia è infatti raccontata attraverso diversi punti di vista ed il lettore deve stare attento a seguire i racconti intrecciati dei diversi personaggi, saltando spesso dal passato al presente. La situazione attuale si tinge di ricordi, frustrazioni, ansie, eventi passati che in qualche modo incidono sul momento presente e sullo stato d’animo dei personaggi in viaggio. E tra un ricordo e l’altro l’autore inserisce alcune rivelazioni ai suoi lettori che piano piano stravolgono il quadro iniziale che si sono costruiti/immaginati all’inizio del viaggio, così come le impressioni e, inevitabilmente, il giudizio sui vari personaggi coinvolti.
Tra i romanzi di Swift questo è quello dove si percepisce più chiaramente l’influenza di altre opere, e l’impressione è che sia una cosa voluta dall’autore.
C’è ovviamente un forte debito nei confronti di Joyce (Ulisse) e, soprattutto, con il romanzo Mentre morivo di Faulkner. In quest’ultimo caso l’influenza è così evidente, quasi sfacciata, che il libro è stato al centro di controversie notevoli… al punto da portare il suo autore a perdere, per un periodo, credibilità letteraria.
In realtà con questa operazione Swift si dimostra pienamente postmodernista: l’importanza dell’intertestualità, ovvero la relazione di un testo con altri testi, è evidente nella sua scrittura, che spesso rimanda ad altre opere, altre atmosfere, altre vicende, in un continuo gioco di riferimenti. Si tratta però di un gioco... le redini sono saldamente nelle mani dell’autore. 
Ma veniamo alla storia: ci sono quattro amici al bar, un impiegato, un fruttivendolo, un becchino ed un rivenditore di automobili, che partono per un viaggio. Detto così, sembra l’inizio di una barzelletta… ma come lo racconta Swift è decisamente tutta un’altra cosa. Scopo del viaggio: rispettare le ultime volontà dell’amico morto recentemente... ovvero spargere le sue ceneri in mare. In realtà solo tre di loro sono amici, il quarto, il rivenditore di automobili, è il figlio adottivo del defunto. 
Il viaggio non è una gran cosa, un’ora e mezza di strada in tutto, ma assume una lunghezza quasi epica grazie al flusso di coscienza che caratterizza lo stile di Swift ed assume una densità di significati ed una ricchezza di rivelazioni che fanno sì che in qualche modo questo viaggio abbracci l’intera esistenza dei cinque uomini (incluso Jack che, pur essendo defunto, è un personaggio a tutto tondo). Le tappe di questo percorso sono infatti intervallate dai ricordi alternati dei quattro uomini che, mano a mano, rivelano al lettore la loro storia di amicizia con Jack e ciò che li accomuna. Ciascuno di loro ha qualcosa da farsi perdonare, chi più chi meno… ma alla fine scopriamo che anche Jack ha diverse cose da farsi perdonare. Come a dire… nessuno è perfetto, siamo tutti umani e, proprio per questo, fallibili… alcuni più di altri. La vita di Jack quindi prende forma paradossalmente proprio durante questo viaggio, il cui scopo è il riconoscimento della sua morte. 
In tutto ciò ha un ruolo anche il pub, luogo di aggregazione centrale nella vita degli inglesi:  il viaggio infatti parte dal “Coach and Horses” del quale i quattro protagonisti, si capisce fin dalle prime pagine, sono dei ‘regulars’, ovvero clienti fissi che hanno trascorso la maggior parte del loro tempo libero in quel luogo, dove hanno consolidato la loro amicizia nonchè una certa confidenza con il barista. Una volta partiti, le tappe del viaggio sono segnate dai locali che vedono dal finestrino e da quelli in cui si fermano per un goccio. Il pub è il luogo che li unisce, che sancisce il rapporto speciale che li lega, che ha assistito ai momenti speciali della loro amicizia (dai compleanni di Vince fino alla malattia di Jack).
Sono sempre curiosa di vedere le versioni filmiche dei libri che ho letto così, quando ho saputo che esisteva un film tratto da questo romanzo e che nel cast figuravano nomi come Michael Caine, Bob Hoskins e Helen Mirren, non ho potuto resistere: me lo sono subito procurato. Devo dire che a mio avviso rispecchia fedelmente il libro o almeno come me lo immaginavo io mentre leggevo. Gli attori… bravissimi, ciascuno ha reso il suo personaggio alla perfezione.
Il trailer del film:

La mappa del viaggio di Ray, Lenny, Vic e Vince: 







GRAHAM SWIFT'S LAST ORDERS: THE JOURNEY OF FRIENDSHIP
As mentioned in the previous post, Swift often tells the story of a day in the life of his characters: this is the case in Last Orders. In this novel we can admire Swift’s complex narrative at its best: the story is told from different points of view and the reader must pay attention reading the interwoven stories of four different characters, from the past to the present and back to the past again.
The current situation takes on meaning through the characters’ memories, anxieties, frustrations and past events which somewhat change the mood of the journey. In the stream of memories the author inserts some revelations for the reader, giving way to a change in the reader’s impressions and opinions on the different characters. 
This is certainly the novel containing more influences from other works and I think that’s what the author wanted the reader to feel. There’s obviously a strong reference to Joyce (Ulysses in particular) and, above all, to Faulkner’s As I Lay Dying. In the latter case the influence is so clear, almost cheeky, that the book was the object of great controversy… to the point of losing, for a period, literary credibility.
As a matter of fact, I think with this book Swift proves to be fully postmodernist: the importance of intertextuality, that is the relationship of a text with other texts, is evident in his writings, often referring to other works, other atmospheres, other stories, in a constant game of references. It’s just a game, though, because the reins are always in the author’s hands.
But let’s come to the story: there are four friends in a pub, an office worker, a greengrocer, an undertaker and a car dealer, who leave on a journey. Well... it sounds like a joke, doesn’t it? But when Graham Swift tells the story it’s something completely different.
Purpose of the journey: respecting the last wishes of their lately deceased friend… that is, scattering his ashes in the sea. Actually, only three of them are friends because the fourth is the foster son of the deceased. 
The journey is no big deal, it’s just an hour and a half, but it takes on meaning and an almost epic length thanks to the flux of consciousness (typical of Swift’s style) as well as the interspersed revelations. So, the journey somewhat embraces the whole life of the five men (including Jack who, even if he’s dead, is a full-fledged round character). The stages of the journey are marked by the alternating memories of the four men who gradually reveal the story of their friendship with Jack and what unites them. Each one of them has something to be redeemed for… but in the end you discover that Jack has something to be redeemed for, too. So… nobody is perfect. Jack’s life takes shape paradoxically during a journey with the purpose of acknowledging his death.
The pub has an important role in the book, as a central place of aggregation in English life: the journey starts from the “Coach and Horses” because the four protagonists are regulars and they have spent most of their free time in there, strengthening their friendship as well as getting on familiar terms with the bartender. As soon as they leave, the stages of their journey are marked by the different pubs the pass and those where they stop for a drink. The pub is not only the place that brings them together but also that marks relationships, that has witnessed special events in their lives (from Vince’s birthdays to Jack’s disease).
I’ve always been curious to watch the filmic versions of the books I’ve read so, when I learned that there was a film from this novel and that in the cast there were actors like Michael Caine, Bob Hoskins and Helen Mirren, I couldn’t resist: I immediately bought it. I must say that it’s true to the book or, at least, to how I had imagined the characters while I was reading it. The actors… very good, each character was portrayed perfectly.

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