Ho dovuto accompagnare la lettura con
la versione televisiva della BBC del 1977: leggendo il testo teatrale non riuscivo a cogliere il contesto (soprattutto di alcuni termini molto ‘local’), d’altro canto guardando solo al trasposizione non capivo cosa dicevano (troppo veloce, troppo slang e riferimenti culturali specifici). Solo così l’ho compresa pienamente.
Confermo quanto già osservato sull’umorismo di
Willy Russell: è sottile e totalmente impastato con la tristezza, in alcuni casi tragicità degli eventi raccontati. Vorrei dire tipicamente British, ma in realtà va oltre il classico
umorismo inglese.
TO WRITE A PLAY ONE MUST PASSIONATELY BELIEVE IN SOMETHING WHICH ONE WANTS TO COMMUNICATE.
Quella del drammaturgo per Russell è una missione che consiste nel comunicare qualcosa a cui tiene veramente… e le tematiche che gli stanno a cuore sono chiare, emergono potentemente ogni volta che appoggia la penna al foglio (metaforicamente… magari scrive al computer… chi lo sa?).
I temi di fondo delle sue opere sono spesso gli stessi: la condizione umana di qualcuno intrappolato in una situazione che non sente propria e dalla quale desidera fuggire ma senza la speranza di riuscirci. E’ un tema che ha vissuto sulla propria pelle e che conosce bene. Era così Rita, era così Raymond… e lo sono anche i ragazzi di Our Day Out, il cui comportamento non è altro che la manifestazione di un profondo disagio esistenziale. In particolare, chi davvero incarna questo personaggio tipico è la giovane Carol.
Un altro tema che ricorre nelle opere che ho letto finora è quello dell'istruzione. La cosa mi tocca da vicino, ovviamente, e percepisco la forte critica di Russell che parte dal sistema ma è diretta principalmente alle persone preposte a questo compito. Sia in Educating Rita che in The Wrong Boy i cosiddetti educatori sono guidati da mero egoismo e sono accecati dai loro preconcetti verso i loro stessi studenti.
In Our Day Out Russel propone due categorie di insegnanti a confronto, anzi direi piuttosto che si scontrano: Mrs Kay e Mr Briggs rappresentano rispettivamente la cieca erudizione, piena di preconcetti e l’approccio più umano di chi cerca di capire le problematiche e le esigenze dei propri studenti. Sebbene il punto di vista di Mrs Kay sia preferibile, ed emerga un trattamento positivo del personaggio da parte dell’autore, il suo atteggiamento rivela una sorta di rassegnazione: non vi è alcuno scopo nel cercare di insegnare alcune cose a QUEI ragazzi, è sufficiente che si divertano ed abbiano un bel ricordo della gita. Mrs Kay sembra aver gettato la spugna su quello che è possibile ottenere dai suoi studenti. L’esempio di Russell ci dimostra invece che è ancora possibile tirar fuori qualcosa di buono.
La parte più toccante nelle opere di Russell secondo me è il momento in cui i suoi personaggi prendono reale consapevolezza e sembrano gridare ‘I don’t belong here’... dopo aver fallito molte volte nel tentativo di conformarsi e sentono di non esserci riusciti. E’ il momento che li porta ad aprire le ali per spiccare il volo.
"OUR DAY OUT"... A FAILURE OF THE BRITISH SCHOOL SYSTEM?
I had to accompany this read with the BBC television version of the play (1977): reading the play alone I couldn’t grasp the context (because many words are really ‘local’), whereas watching the TV version I couldn’t understand the words (too fast, a lot of slang, jokes and specific references). Only then I could fully understand it.
I must confirm what I said about Russell’s humour: it’s subtle and totally mixed with sadness, or the tragic nature of some events. I would say that’s typically British, but it’s somewhere beyond the classic English humour.
TO WRITE A PLAY ONE MUST PASSIONATELY BELIEVE IN SOMETHING WHICH ONE WANTS TO COMMUNICATE.
Russell thinks the playwright has a mission, which consists in conveying something that is close to his heart… and the themes he cares about are clear, they emerge forcefully whenever he puts his pen on the paper (metaphorically speaking… maybe he writes on his computer… who knows?). Some themes recur in his plays: the human condition of someone trapped in a situation, unsuccessfully longing to escape. Russell has felt that condition on his skin. Rita was like that, as well as Raymond… and the girls and boys of Our Day Out, too. Their behaviour is nothing but the manifestation of a deep existential unease. In particular, Carol is the perfect example of that.
Another recurring theme in Russell’s plays is education. It is a cause that really touches me, as a teacher, and I feel a strong criticism of the education system in general, but also and more specifically of teachers. Both in Educating Rita and The Wrong Boy the so-called educators are driven by egoism and blinded by prejudice (especially against students).
In Our Day Out Russell introduces two categories of teachers: more than a comparison it’s a battle. Mrs Kay and Mr Briggs represent respectively blind erudition full of prejudice and a more humane approach. Although Mrs Kay’s point of view seems preferable, her attitude reveals some sort of resignation: there’s no purpose in trying to teach THOSE guys anything, it’s sufficient that they enjoy the trip. Mrs Kay has apparently thrown in the towel regarding what one can get from her students. Russell’s example shows us that one can still get something good out of them.
I think the most touching part in Russell’s plays is the moment his characters become really aware and seem to cry ‘I don’t belong here’... after many failures in trying to comply with the standards. That’s when they open their wings to take flight.
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