22 ago 2014

A letto per protesta: come mettere in crisi il marito!

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The Woman Who Went to Bed For a Year di Sue Townsend è davvero spassoso:  segue le vicende di Eva, una donna sposata di mezza età che, appena salutati i figli in partenza per l’università, decide di mettersi a letto… e non alzarsi più. Dapprima l'iniziativa viene vista come una cosa buffa da chi la circonda ma questo atteggiamento lascia presto spazio all’irritazione e alla rabbia, soprattutto da parte del marito, dopo che ha realizzato che la pulizia della casa e la cucina sono diventati problemi suoi. Eva si adatta di momento in momento alla sua nuova situazione, escogitando soluzioni ai problemi più impellenti, come quella della ‘Milky Way’, il piccolo compromesso per riuscire a raggiungere il bagno ed espletare lì le funzioni corporali altrimenti difficili da gestire. 
In alcuni punti mi ha ricordato Il barone rampante di Italo Calvino, il cui protagonista, Cosimo, decide un giorno di salire su un albero e non scendere più. Nonostante tutti cerchino di convincerlo a scendere, lui si adatta alla nuova situazione inventando di volta in volta tutta una serie di stratagemmi per risolvere i problemi pratici e riesce a portare avanti questa sua scelta anche grazie all’aiuto di qualche persona dall’esterno, come accade anche ad Eva. 
Dietro entrambe le storie c’è una riflessione sulle convenzioni e sul rifiuto di esse, una riflessione che sembra essere molto vicina a SueTownsend, considerando il suo percorso scolastico e l’apparente contraddittorietà delle sue scelte. 
Il libro della Townsend rientra, a quanto pare, nel filone della ‘chick lit’, molto sottovalutato. Eppure io ho riscontrato nello stile dell’autrice un elemento che Calvino apprezzava molto, tanto da farne l’oggetto di una delle sue lezioni all’università americana di Harvard (poi pubblicate con il nome di Lezioni americane): la leggerezza. In particolare, trovo calzante il punto in cui Calvino commentava L’Insostenibile Leggerezza dell’Essere di Kundera. Scriveva infatti: “Il peso del vivere per Kundera sta in ogni forma di costrizione: la fitta rete di costrizioni pubbliche e private che finisce per avvolgere ogni esistenza con nodi sempre più stretti.” Io credo che sia proprio questa ‘pesantezza’ che opprime Eva al punto da farle scegliere di ritirarsi.
Eva si ritira nel suo lettone per non dover più pensare a nulla  anche se, ora della fine, si ritrova a guardarsi dentro in un modo che non aveva neanche immaginato e ciò che trova è un abisso…

La biblioteca personale di Eva:















BED-IN PROTEST: HOW TO SHAKE YOUR HUSBAND'S CONFIDENCE
The Woman Who Went to Bed For a Year is really amusing: Eva is a middle-aged married woman who has just said goodbye to her children leaving home to start university and suddenly decides to go to bed… and not to get up for a long time. This decision is initially seen as funny from those around her but that attitude is soon followed by irritaton and anger, especially in her husband after realizing that the chores and the cooking are his responsibility from that moment on. It’s funny how Eva adapts to the new situation, finding out solutions to the most urgent problems, like the ‘Milky Way’, or her small compromise to be able to reach the bathroom and attend to her bodily needs.  
In some parts the book reminded me of The Baron in the Trees by Italo Calvino, whose protagonist, Cosimo, one day decides to climb a tree and never to climb down again. Although everybody tries to convince him to climb down, he quickly adapts to the new situation and invents a series of tricks to solve practical problems. He succeeds in his objective with the help of some people, and it’s the same with Eva. 
Behind both stories there’s a questioning on conventions which seems to me very dear to Sue Townsend, considering her life. I found in her style an element which was very important for Calvino, so much so that it was the title of one of his lessons to the American University of Harvard (published together in the book Lezioni americaneAmerican lessons): lightness. In particular, I appreciate the passage in which Calvino commented on Kundera's book The Unbearable Lightness of Being. He wrote: “For Kundera the weight of living consists chiefly in constriction, in the dense net of public and private constrictions that enfolds us more and more closely.” I think that is the same ‘weight’ oppressing Eva, so much so that she finds refuge in bed.
Eva got to bed in order to avoid thinking even if, in the end, she finds herself exploring the inner recesses of her soul and what she finds is an abyss…

Eva’s library: (see picture).

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