Anche se è naturalizzato cittadino americano, è nato a Londra ed ha
studiato in Inghilterra ma, soprattutto, ha scritto molto di ‘questioni inglesi’. La sua passione per la storia è evidente, la ricerca delle origini delle
cose, la curiosità per le persone che hanno contribuito in maniera speciale
alla creazione di qualcosa, che hanno avuto un’idea nuova e che hanno lottato
contro le avversità per realizzare ciò che avevano sognato credo sia alla base
della sua scrittura. Molti dei suoi libri, infatti, seguono proprio questo
procedimento a ritroso ed esplorano le figure di uomini che hanno compiuto
grandi imprese, ma la cui fama è in qualche modo sbiadita nel tempo. Napoleone,
facendo riferimento al mio ultimo post, è un nome che ricorda a chiunque il
personaggio storico e le sue imprese, ma James Murray, William Smith, Joseph Needham,
Charles Dodgson… quanti oggi saprebbero dire chi sono? Eppure le loro
battaglie, i loro sacrifici non sono da meno di quelli dei grandi eroi della
storia, né tanto meno il loro contributo alla società. Ciò che mi piace di
Simon Winchester è proprio questo: racconta grandi imprese che sono state
considerate in qualche modo secondarie, degne di poca nota e riporta onore a
color che le hanno intraprese. Soprattutto, le racconta molto bene: ha uno
stile molto piacevole, un linguaggio vibrante e, soprattutto, forbito.
La sua vita, poi, è quella di un viaggiatore, come si definisce nel
suo sito: ha iniziato lavorando in Uganda, poi ha intrapreso la via del
giornalismo ed era in Irlanda ai tempi del Bloody Sunday, nelle Falklands ai
tempi dell’invasione da parte dell’Argentina, è stato ad Hong Kong ed ha
viaggiato nei più remoti avamposti dell’ex Impero Britannico per rendere conto
di ciò che ne è rimasto. Insomma, sembra difficile conciliare questi due
aspetti: l’avventuriero ed il ricercatore. Eppure sembrano coesistere
perfettamente, ne è la prova la doppia natura delle sue opere: in parte
accurate ricerche nel passato di personaggi e/o eventi, in parte incredibili
resoconti di viaggio.SIMON WINCHESTER: AN ADVENTURER WITH THE TRAVELING BONE
Even if he’s recently become an American citizen, he was born in London and studied in the UK but, above all, he has written a lot on ‘things British’. His passion for history is clear from his search for the origins of things, his curiosity for the people who contributed in very special ways to the creation of something, who had new ideas and fought against the odds to make their dreams come true. All this, I think, was the starting point of his writing. Many of his books, indeed, follow those steps, in some way ‘a rebour’: he usually explores figures of men who made great deeds but whose fame has somewhat faded in time. If the name Napoleon –just to refer to my previous post- reminds anyone the historical figure and his deeds, James Murray, William, Smith, Joseph needham, Charkles Dodgson… how many could answer about who they are, today? Yet their fights, their sacrifices –even their contribution to society- were no less than those of the greatest heroes in history. What I like most about Simon Winchester is that he tells about deeds which have often been considered of minor importance, thus bringing honour back to those who undertook them. Above all, he’s very good at storytelling: his style is pleasant, with vibrant and refined language.
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