17 gen 2025

'Jack il diavolo a molla': un tuffo nell'epoca vittoriana

 

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Questo libriccino è un semi-graphic novel: romanzo e fumetto si alternano per raccontare la vicenda di tre orfani nei guai nella Londra vittoriana.

Pullman riesuma uno spauracchio vittoriano che popolò i noti Penny Dreadfuls con le sue imprese e lo trasforma in un supereroe. 

Anche Mack the Knife è una riesumazione, anzi un prestito, da Brecht (L’opera da tre soldi). Altri personaggi sono ispirati a John Gay, The Beggar’s Opera. Il gioco intertestuale prosegue con allusioni a livello di trama e oggetti: il medaglione con la fotografia della mamma richiama Oliver Twist. 

Ma il gioco di rimandi testuali non finisce qui: ogni capitolo inizia con una citazione, che a sua volta fa parte del capitolo, costituendone di fatto la prima frase. E’ così che la vicenda si snoda usando di volta in volta le parole di Dumas, Dickens, Sergeevic… etc.

Una lettura sicuramente divertente e curiosa, che si può godere a più livelli e che è illustrata da David Mostyn, che restituisce la cupezza dell’epoca vittoriana con una china e un chiaroscuro davvero suggestivi.








PHILIP PULLMAN’S SPRING-HEELED JACK
This little book is a semi-graphic novel: a mix of prose and comic that alternates to tell the story of three orphans in trouble in Victorian London. Pullman resurrects a Victorian bogeyman that populated the well-known Penny Dreadfuls with his exploits and transforms him into a superhero. Mack the Knife is also a resurrection, or rather a borrowing from Brecht’s The Threepenny Opera. Other characters are inspired by John Gay’s The Beggar's Opera. The intertextual play continues with allusions at the level of plot and objects: the locket with the photograph of the mother evokes Oliver Twist. But the web of textual references doesn’t end there: each chapter begins with a quote, which in turn becomes part of the chapter, effectively serving as its opening line. This is how the story unfolds, using words by Dumas, Dickens, Sergeevic... etc., one after another.
It is certainly an enjoyable and intriguing read that can be appreciated on multiple levels, illustrated by David Mostyn, who captures the darkness of the Victorian era with evocative ink and chiaroscuro.


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